Egregio Sig. Presidente della Repubblica italiana,
da notizie apprese dai quotidiani del 26 marzo 2021, quella dell’idea che per riaprire le scuole bisogna sottoporre gli studenti a tamponi settimanali, la STAMPA riporta: “è la mano di Agostino Miozzo dietro l’ipotesi di effettuare i tamponi nelle scuole. Lo screening periodico della popolazione studentesca è un vecchio pallino dell’ex coordinatore del Cts, ora consulente di Patrizio Bianchi. Il ministro dell’Istruzione ha messo la proposta sul tavolo nell’ultimo incontro con il commissario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo. Oggi ne discuteranno anche gli esperti del Comitato tecnico-scientifico.”
Sono tantissimi gli iscritti della Federazione Lavoratori Militari – FLM, che hanno sollecitato la scrivente O.S. di prendere una chiara opposizione a quanto paventato.
La prima e dirimente obiezione a suddetto protocollo riguarda l’attendibilità dello strumento diagnostico, molte AUSSL del territorio nazionale hanno dato riscontro a richieste di informazioni sui cicli di amplificazione per la ricerca di virus, bene i dati che emergono indicano che i tamponi per la ricerca del virus Sars-Cov.2 sono “inferiori a 40”.
È dato notorio che cicli superiori a 35/38 equivalgono, sostanzialmente, a dei falsi positivi, come confermato dal Direttore dell’Istituto Mario Negri, Prof. Giuseppe REMUZZI che a proposito di questi risultati ha dichiarato: «la positività di questi tamponi emerge solo con cicli di amplificazione molto alti, tra 34 e 38 cicli, che corrispondono a 35.000-38.000 copie di Rna virale (—) sono casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone.»
La questione dei cicli (runs) della RT-PCR un altro grave problema dei tamponi, che utilizzano la metodica della RT-PCR, è che l’affidabilità di tale metodica dipende dal numero di cicli (replicazioni) che vengono usati per trovare il virus SARS-Cov2. Prof. Stephen BUSTIN, una delle autorità mondiali di PCR, ha scritto in un recente articolo relativamente alla identificazione della presenza di SARS-Cov.2: “the most widely used method is quantitative fluorescence-based reverse transcription polymerase chain reaction (RT-qPCR). Despite its ubiquity, there is a significant amount of uncertainty about how this test works, potential throughput and reliability.”
– “…il metodo più utilizzato è la Reazione a catena delle polimerasi quantitativa a trascrizione inversa basata sulla fluorescenza (RT-qPCR). Nonostante la sua ubiquità, c’è un significativo livello di incertezza su come funziona questo test, sulla sua potenziale produzione e affidabilità.”.
Probabilmente questo è dovuto anche e soprattutto alla questione dei cicli di PCR che vengono normalmente effettuati coi tamponi. In una intervista al compianto David Crow, prezioso ricercatore canadese, BUSTIN afferma: “…the cycle number per se is not a good measure…most instruments, when you get above a cycle number of 35, then you start worrying about the reliability of your result…so, you want to be sure that your results are within the 20 to 30 cycles…” – “…il numero di cicli di per sé non è una buona misura…la maggioranza degli strumenti, quando sali oltre il numero di 35 cicli, cominci a preoccuparti sull’affidabilità dei tuoi risultati…quindi, vuoi assicurarti che i tuoi risultati siano prodotti dai 20 a un massimo di 30 cicli…”.
Emerge ictu oculi la abnormità di un protocollo che subordini il rientro in classe, e conseguentemente la vita di famiglie e di lavoratori militari, a riscontri che appaiono con altissima probabilità del tutto inattendibili, con il risultato di segregare in casa persone e per giunta non contagiose.
Va inoltre evidenziato come la frequenza della scuola non possa in alcun modo essere subordinata alla effettuazione di trattamenti o atti sanitari e qualunque discriminazione che impedisce l’accesso agli studenti che non dovessero accettare di sottoporsi a uno screening sanitario sarebbe illegittima e contraria alla Costituzione.
Va precisato che non vi sono, ad oggi, protocolli che scongiurano danni alla salute di uno screening di questa intensità, non potendosi dimenticare che il tampone non è una pratica priva di rischi e, tanto più, un simile frequenza di esecuzione può evidentemente comportare conseguenze pregiudizievoli per la salute, fisica ma anche psicologica, dei minori.
Non va dimenticato poi che tale monitoraggio indiscriminato andrebbe solo ad aggiungersi alle già pesantissime condizioni previste per la scuola in presenza: mascherine per sei/otto ore, distanziamento, obbligo di continua igienizzazione delle mani, divieto di scambiarsi materiale, obbligo di ricreazione seduti e così via, è ciò a più di un anno dall’esordio dell’emergenza, periodo che doveva servire alle Istituzioni preposte per ideare strategie di alleggerimento, e non di aggravamento, della pressione sulle categorie più fragili.
È evidente, inoltre come lo svolgimento settimanale di tamponi comporti il rischio concreto che sempre più ampio numero di persone asintomatiche – ben oltre il limite dei cosiddetti “contatti stretti” – sia sottoposto a reiterate quarantene, con la duplice conseguenza di una continua chiusura e riapertura delle scuole, e del ricorso parossistico alla didattica a distanza.
Ciò equivale a deporre una pietra tombale sull’attività educativa e didattica che si degna di questo nome, con conseguenze devastanti per la popolazione pediatrica, tra le più duramente colpite dalla gestione dell’emergenza pur essendo la categoria meno colpita dal Sars-Cov.2.
L’estensione indiscriminata del monitoraggio presenta inoltre palmari incongruenze: ad esempio non viene considerato il caso dei minori già colpiti dal virus e già guariti, per i quali (e per le famiglie dei quali) non ha alcun senso l’imposizione di ulteriori screening, con il rischio di subire ulteriori quarantene senza alcuna motivazione sanitaria.
Si evidenziano a tal proposito le dichiarazioni del 3 marzo scorso del Dott. Andrea CAMPANA, primario del reparto di Pediatria Multispecialistica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, a domanda “I bambini si riammalano di Covid facilmente?” il Dott. Campana rispondeva «Assolutamente NO!. Ad oggi non abbiamo avuto nessun caso, da inizio emergenza pandemica, di un bambino che abbia preso il Covid due volte.»5 Questo la dice lunga sulla difficoltà dei bambini sia di infettarsi una prima volta (sono meno sensibili rispetto agli adulti), sia di prenderlo una seconda volta.
Questa parte di popolazione verrebbe quindi inutilmente vessata da pratiche sanitarie che non stentiamo a definire persecutorie, senza che ciò determini, per la popolazione scolastica, alcun reale beneficio.
A ulteriore conferma della pericolosità di un siffatto protocollo richiamiamo all’attenzione delle Istituzioni il verbale del Comitato tecnico scientifico del 24-02-2020 nel quale si precisava che l’effettuazione di tamponi, in assenza di sintomi “non è giustificata in quanto non fornisce indicativa ai fini clinici ai sensi delle definizioni di caso”.
È evidente quindi che adottare simili misure costituirebbe un enorme dispendio per la sanità ed un potenziale danno alla salute psicofisica dei bambini e delle loro famiglie, senza che ciò corrisponda alcun apprezzabile beneficio per la collettività.
La Federazione Lavoratori Militari si oppone fermamente all’adozione di simili protocolli, inficiati da svariati profili di illegittimità e forieri di gravi abusi, ed anticipa azioni legali, anche a verifica del danno erariale, nei confronti di tutte le Istituzioni che dovessero approvarli e/o farli proporli.