Guerra neurotecnologica, ha già avuto inizio?

da | Generale, Tecnologia

Altri quattro diplomatici statunitensi che lavorano a Ginevra e Parigi si sono ammalati di una sospetta patologia neurologica nota come Sindrome dell’Avana che potrebbe essere causata dall’utilizzo intenzionale di nuove armi militari basate sulle neurotecnologie. La notizia è stata riportata dal Wall Street Journal.

Trump prima e Biden poi hanno cercato di capire a cosa fosse dovuta la sindrome, e gli ultimi casi verificatisi in questi giorni non hanno fatto altro che rendere l’argomento ancor più spinoso.

I primi casi si sono verificati nel 2016 a Cuba. Da allora ha colpito ripetutamente diplomatici e funzionari dell’intelligence americana. I casi accertati sono più di 200 in diversi paesi compresi gli USA

I sintomi delle vittime sono: giramenti di testa, disturbi del sonno e della memoria, nausea e persino danni cerebrali.

Il segretario di Stato, Antony Blinken afferma che: “Il governo americano sta lavorando per andare a fondo del mistero” ha affermato. “Ad oggi, non sappiamo esattamente cosa sia successo e non sappiamo esattamente chi sia il responsabile”.

Il timore degli Usa è che un avversario politico/militare possa essere riuscito a trovare un modo per utilizzare le neurotecnologie. La sindrome potrebbe essere indotta dall’utilizzo di specifiche microonde.

Qui dalla scienza si passa al fantascientifico: si ritiene che dietro tutto questo ci sia la Russia con la sua intelligence militare, intenzionata a colpire i funzionari americani con armi a microonde e a campi elettromagnetici per rubare loro dati sensibili salvati su PC e smartphone. Dunque spionaggio e neurotecnologia si incontrano nuovamente, delineando i confini di quella che può essere la struttura delle guerre del futuro. Una guerra che non si vede, ma che colpisce chirurgicamente l’obiettivo senza lasciare tracce.

Mosca ha respinto le insinuazioni definendole fantasiose. Pechino tace. E’ noto però che i cinesi, anche nel campo delle neuroscienze e delle neurotecnologie, hanno obiettivi ambiziosi come quello di diventare i leader mondiali entro il 2030.

La comunità scientifica avvalora i timori delle autorità americane. Si tratta di un attacco “intenzionale, diretto contro precisi obiettivi. Sembra la prova sul campo di qualche genere di neuro arma” ha affermato James Giordano, uno dei neuroscienziati ingaggiati per chiarire, se effettivamente, si tratta di un attacco basato su neurotecnologie.

 

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