CARO BOLLETTE E LAVORO AGILE PER MANSIONI MILITARI REMOTIZZABILI!

da | Comunicati Stampa, Generale, Personale

La #FederazioneLavoratoriMilitari è disposta al dialogo con i vertici militari, l’attuale ed  il nuovo Governo al fine di trovare la giusta mediazione tra gli interessi della PA e quelli dei  Lavoratori e delle Lavoratrici militari, purchè ci siano sul tavolo della discussione punti fermi come:
1) RIMBORSI ECONOMICI SULLA BOLLETTE GAS E LUCE DEL PERSONALE IN POSIZIONE DI LAVORO AGILE;
2) CONCESSIONE DEL BUONO PASTO;
3) CONFERMA DEL DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE.

E’ quanto dichiara il Segretario Generale Nazionale FLM Giuseppe de FINIS.

Dal rapporto “Attualità e prospettive dello smart working. Verso un nuovo modello di organizzazione del lavoro?”, presentato dall’ Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) emerge che per il 66% dei datori di lavoro, lo smart working incrementa la produttività e consente il risparmio dei costi di gestione degli spazi fisici. Inoltre, per il 72% degli imprenditori, il lavoro agile aumenta il benessere operativo ed organizzativo e migliora l’equilibrio vita-lavoro dei dipendenti conciliandone le aspettative.
Dal punto di vista dei lavoratori è il miglioramento della qualità della vita lavorativa ad essere particolarmente apprezzato: per l’80% migliora l’organizzazione e la gestione degli impegni privati-familiari, per il 72% favorisce una maggiore autonomia rispetto a metodi, orari, ritmi, e luoghi di lavoro e soprattutto, il risparmio di tempo negli spostamenti (90%).
Diversi sondaggi dimostrano che il lavoro agile è una soluzione molto apprezzata da tantissimi lavoratori (sia pubblici che privati), in quanto consente di conciliare al meglio vita privata e professionale. Gli stessi sondaggi mettono in evidenza un cambio di tendenza in atto, dovuto al caro bollette: sempre più lavoratori sembrano ora preferire l’ufficio per evitare i maggiori costi di luce e gas nelle loro abitazioni.

Meno spostamenti = meno inquinamento = migliore qualità della vita
La diminuzione degli spostamenti, con relativi tempi e costi, è stata al centro anche di un’indagine presentata alla Bologna Business School, ‘Smart & Value’, esperimento nato dalla collaborazione tra Stantec e Dilium con il Sustainability & Circular Economy Lab, in collaborazione con l’Università di Bologna e Manageritalia Emilia-Romagna.

Dal dossier emerge che in sei mesi di lavoro agile parziale (2-3 giorni a settimana), oltre 300 dipendenti di 11 aziende hanno evitato spostamenti per oltre 700mila chilometri ed emissioni di CO2 pari a quelle assorbite in un anno da una foresta di 32 ettari. Hanno così risparmiato costi, tempo (-14.000 ore di spostamento casa-lavoro) e guadagnato in benessere e qualità della vita. Tanti anche i benefici per le aziende, che hanno così dipendenti più sereni, collaborativi e produttivi.

Dietrofront per il caro bollette e la questione dei buoni pasto
Sempre secondo i conti dell’Inapp l’impennata dei prezzi delle bollette di luce e gas sta spingendo al dietrofront i lavoratori nel settore pubblico e privato sulla preferenza allo smart working: con gli stipendi sempre più esposti all’inflazione e la prospettiva dell’aumento delle bollette nei mesi invernali, solo il 20% dei lavoratori sarebbe disposto a guadagnare meno per mantenere il lavoro da remoto per una parte della settimana, soprattutto in assenza di rimborsi per il caro-energia. Un numero crescente di lavoratori sembra dunque preferire tornare in ufficio per far ricadere questi costi sui datori di lavoro (ndr. nel caso della Pubblica Amministrazione questi costi ricadono dunque sui cittadini).

Secondo un report del Politecnico di Milano, un’azienda che tiene a casa i propri dipendenti risparmia nell’immediato circa il 30% tra spese di affitti, utenze e buoni pasto. Risparmio che, sempre secondo il Politecnico, può essere quantificato “tra i 4 mila euro e i 6 mila euro a dipendente, rispettivamente per 6 e 9 giorni di smart working al mese. E il risparmio sale fino a 10 mila euro all’anno per ogni dipendente che lavora esclusivamente in modalità agile”.
Inoltre c’è anche la questione dei buoni pasto, che nella maggior parte dei casi non sono previsti per gli ‘smart worker’. Il sindacato Federazione Lavoratori Militari (FLM) preme affinchè vengano stabilite delle compensazioni in virtù del fatto che nel nuovo contratto per gli statali, non ci sia una vera e propria chiusura verso gli indennizzi per gli smart worker, pertanto, la Governance politico-militare deve prevedere i giusti fondi da destinare anche a questo fronte.

Rimborsi per luce e gas a chi sceglie il lavoro agile.
Le indennità, continua il Segretario Generale Nazionale FLM, per chi opera da casa dovranno essere legate alla qualità del servizio reso.
C’è un ragionamento apparentemente semplice che riguarda il binomio crisi energetica e lavoro agile o da remoto: se i militari le cui mansioni sono remotizzabili lavorano da casa si spostano meno, consumando meno carburante, risparmiando sui propri costi mensili e contemporaneamente le strutture militari possono risparmiare su riscaldamento, elettricità e vitto. Ma gli aspetti di un quadro in cui il lavoro agile torna ad essere una modalità centrale sono tanti e molto dibattuti.

Per quanto riguarda gli spostamenti e il carburante, il lavoro agile o da remoto viene indicato da Greenpeace Central and Eastern Europe come una delle misure da prendere in considerazione per riformare il settore dei trasporti in Europa. Secondo Green peace, i trasporti consumano quasi il 70% del petrolio utilizzato in Europa, causano circa il 30% delle emissioni di gas serra e rappresentano la seconda spesa per le famiglie dopo la casa.

Se su spostamenti e carburante gli studi e le opinioni degli esperti sono quasi del tutto concordi, lo sono meno quelle relative al lavoro agile come soluzione all’aumento delle bollette di gas ed elettricità. A partire da quello che pensano i lavoratori: secondo quanto riporta Il Messaggero, parte dei dipendenti statali e privati ritiene che il lavoro agile possa danneggiarli dal punto di vista economico, principalmente a causa dell’assenza di rimborsi per coprire le spese della luce e del gas a fronte del maggior tempo che trascorrerebbero in casa.
Pertanto, è imperativo che al personale militare che sceglie il lavoro agile o da remoto gli venga riconosciuto un adeguato rimborso per le spese sostenute in merito ai consumi di luce e gas, commisurato in maniera direttamente proporzionale alla qualità/quantità del servizio reso. Criterio che, conclude il Segretario Generale Nazionale FLM, deve essere applicato anche in sede di calcolo per il riconoscimento dell’importo economico annuale del Fondo di Efficienza per i Servizi di Istituto (FESI).

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